Sisma duemiladodici decimo anniversario - regione Emilia Romagna Chiudi il menu
Report Podcast Gallery
Facebook Icon Instagram Icon Twitter Icon Linkedin Icon

Scoprirsi vulnerabili

Nessun emiliano vorrebbe ritornare a quella notte di maggio in cui tutto ebbe inizio, né tantomeno ai giorni a seguire, fino alla mattina tremenda in cui crollarono i capannoni e non solo. Ventotto i morti, centinaia i feriti e decine di migliaia le persone impossibilitate a fare rientro nelle case, nelle aziende e negli edifici pubblici. Settimane estenuanti di scosse, di dolore e di paura, che ci hanno insegnato molte cose di cui dobbiamo fare tesoro.

Il 20 maggio del 2012 in Emilia la terra ha improvvisamente iniziato a tremare e sembrava non voler smettere più. La prima scossa, poco dopo la mezzanotte, non è stata tanto forte: 4 gradi Richter con epicentro a Bondeno. Strano, hanno pensato tanti abitanti dell’area, ma poi si sono rimessi a dormire. Quando è arrivata la scossa terribile erano le 4.03 del mattino: 5,9 gradi Richter a una profondità di 6,3 chilometri per un tempo che è sembrato interminabile, non solo per le cose che si muovevano e nemmeno per la terra che sussultava. Chi si è trovato sull’epicentro racconta: “Non è questione di movimento, ma di energia: sembrava di stare in una centrifuga”. L’Emilia ha continuato a tremare, poi è arrivato quel martedì, il 29 maggio: alle 9 del mattino una scossa tremenda, che ha causato il maggior numero di vittime, insieme al crollo di fabbriche e abitazioni. E ancora, per settimane, sciame e paura, tante notti trascorse all’aperto dove le lucciole, per fortuna, cominciavano ad annunciare l’arrivo della buona stagione.

L’area del sisma in Emilia

Il cosiddetto “cratere” del sisma in Emilia nel 2012 comprende 59 comuni (tra cui 4 capoluoghi) individuati dai decreti legge 74/2012 e 83/2012 che stabiliscono i confini territoriali dei soggetti ammessi ad accedere ai contributi per la ricostruzione. Successivamente, con il progredire della ricostruzione, il cratere diviene via via più ristretto, con effetti dal 2019 e dal 2022.

cartina cratere 2012

I danni alle case

Le unità abitative ispezionate dai tecnici dopo gli eventi sismici sono state ben 67.591. Di queste, 33.645 sono state dichiarate inagibili e classificate in base alla gravità. Le operazioni di rilievo hanno permesso di effettuare la perimetrazione delle cosiddette zone rosse dei comuni colpiti, che sono state delimitate e sorvegliate nei punti di accesso. Complessivamente, i danni al patrimonio abitativo ammontano a 3,3 miliardi di euro. Si tratta di danni economici che, in quanto tali, sono tutto sommato rimediabili se si opera con lungimiranza, impegno e determinazione, come documenta questo rapporto. Non c’è rimedio, purtroppo, per le vite perdute.

Agibilità strutture post sisma

Le fabbriche distrutte

È stato definito “il terremoto dei capannoni” perché per la prima volta in Italia un sisma di magnitudo importante colpisce una delle principali aree produttive del Paese, che vale sul mercato internazionale 12,2 miliardi di euro di esportazioni.
Secondo le rilevazioni effettuate dalla Regione, i danni su tutto il territorio emiliano si aggirano intorno ai 5,2 miliardi per le imprese (2,9 per quelle industriali e 2,3 per quelle agroindustriali), a cui si aggiungono i 3,5 miliardi per le famiglie e, infine, i 2,7 miliardi per il settore pubblico (scuola, sanità, beni architettonici, eccetera) per un valore complessivo di circa 12,2 miliardi di euro. Pochi numeri, ma sufficienti per offrire un quadro delle difficoltà che ha di fronte il mondo produttivo post-sisma.

il mondo produttivo post sisma

Scuole e servizi pubblici

Fortunatamente non ci sono vittime tra gli studenti, ma per danni arrecati al patrimonio scolastico il sisma dell’Emilia si colloca al primo posto nella storia del Paese, con circa 570 istituti inagibili e 70 mila ragazze e ragazzi coinvolti. Molte delle scuole danneggiate si possono ristrutturare in pochi mesi, altre necessitano di almeno un anno di lavori, altre ancora risultano irrecuperabili. A queste si aggiungono le 27 biblioteche e i 33 teatri danneggiati. A compensare parzialmente lo sconforto, solo la chiusura imminente dell’anno scolastico. Il Commissario per la ricostruzione, Vasco Errani, di concerto con le istituzioni del territorio, decide che la scuola non può aspettare e nell’estate decine di imprese sono già al lavoro per realizzare un obiettivo altissimo: rientrare in classe in autunno.

edifici scolastici

Gli ospedali evacuati

Quattro strutture ospedaliere vengono completamente evacuate (Mirandola, Finale Emilia e Carpi nel modenese, Bondeno nel ferrarese) con la perdita di circa 540 posti letto e il trasferimento di 619 pazienti. Anche numerosi ambulatori dei medici di medicina generale e dei pediatri risultano inagibili, così come molte altre strutture sanitarie e sociosanitarie. Un po’ ovunque vengono organizzati punti di ascolto e soccorso nei quali lavorano psichiatri e psicologi che si mettono a disposizione di una popolazione scossa, che accusa sintomi di stress post-traumatico.

Il patrimonio culturale ferito

I danni al patrimonio storico-artistico appaiono da subito gravissimi. Crolli e ferite profonde riguardano chiese, teatri, palazzi, torri, castelli, rocche, opere pittoriche e scultoree. Il bilancio è disarmante: l’80% del patrimonio edificato colpito dal sisma è costituito da beni culturali sottoposti a vincolo, per un totale di circa 2.000 edifici. Le valutazioni, a oggi, considerando i soli edifici pubblici o di uso pubblico, ammontano a un miliardo e 705 milioni di euro. Le risorse disponibili per affrontare i cantieri del comparto raggiungono i 970 milioni di euro, di cui 407 milioni derivanti da co-finanziamenti (assicurazioni, fondi propri, donazioni, eccetera) e 563 milioni messi a disposizione della struttura commissariale. Restano da reperire circa 735 milioni di euro.


Questo sito web fa uso di cookies tecnici e di analytics di prima parte con IP anonimizzati.

Privacy policy Ok